Ringraziamenti

Oggi mi sono laureato. Oggi. Finalmente. Dopo anni di rincorse sono riuscito a laurearmi e lo devo principalmente ad una persona e ad uno sport

Per momenti difficili bisogna avere il giusto Outfit

Lo devo a Silvia Barberani che in questo periodo, anche difficile, mi ha seguito, mi ha spronato e si è confrontata con me, con la pazienza, la prontezza e la costanza che solo una ottima docente come lei sa avere. Grazie per questa possibilità e per la sua autenticità! Un grazie anche a Giacomo Pozzi per la disponibilità come correlatore e a Dario Nardini per i confronti schietti avuti.

Lo devo al Rugby, sport che mi ha “salvato” la vita ma che ora mi ha anche dato la possiblità di diventare Antropologo Culturale, con le maiuscole.

Ma se dovessi essere sincero, vorrei ricostruire con voi i grazie che voglio dire e che si nascondono dietro questa tesi e questo traguardo.

Lo devo ad Anse e al Monta (Matteo Anselmi e Matteo Montalbetti), i due amici che mi hanno trascinato sul campo in un fine ottobre 2004 e mi hanno fatto scoprire questo fantastico mondo… i miei primi fratelli in questo sport. A voi il merito di aver dato l’avvio a questa passione che ancora ci accomuna.

Lo devo al Rugby Varese, a quella che per alcuni tempi è stata la mia seconda famiglia e che ancora ora riesce a stupirmi per l’umanità meravigliosa che contiene.

Lo devo a mio padre che mi ha portato a Milano a prendere i pantaloncini per giocare, a mia madre che mi ha regalato le prime scarpe da calcio per giocare. Ai miei fratelli, Matteo e Silvia che nonostante non capissero fino in fondo perché giocassi mi hanno sempre sostenuto in tutto.

Lo devo a Broggio (Matteo Broggini), che con Anse e il Monta ha condiviso la passione e mi ha riportato a giocare nel 2010. Con loro era ed è tuttora bello guardarsi il 6 nazioni, 4 teste, un fallo e 4 risposte diverse sul perché ha fischiato l’arbitro.

Lo devo a Giusy e ai suoi cuccioli, l’idea di tornare a giocare nel gennaio 2017, il rimettermi in forma, il farsi raccontare gli allenamenti e i raggruppamenti. Ritorno alle origini, all’antropologia.

Lo devo a Marco Pastonesi, amico e innesco della mia passione, con lui ho riscoperto la gioia di scrivere di rugby in modo leggero, a lui devo lo stile di questa tesi.

Lo devo a Carlo che mi ha presentato Serena e durante una cena mi hanno chiesto se avessi avuto voglia di iniziare ad allenare, complici i gem, Edo e Giorgio. Quei si che ti cambiano la vita, ma veramente per sempre.

Lo devo a Serena, perché ho scoperto che il rugby non è solo placcaggi, cazzotti, bevute, ma è anche valori come il rispetto, la voglia di lottare ma anche rispettare i tempi e i ruoli, è voglia di fare insieme e crescere. Perché il rugby è anche donna. E a Serena devo anche la conoscenza di Marta, ma ci arrivo dopo.

Lo devo a Simeone. Non solo i giocatori di rugby possono allenare a rugby, anzi, soprattutto se sono rugbisti senza aver mai giocato.

Lo devo ai Losa, a Marco e Laura, al Fede e al Gabry e ai nonni. Alle pizze del venerdì sera, alle birre bevute, agli schemi e agli spiegoni, alle tendate, all’accoglienza che solo una famiglia di veri rugbisti sa mettere in campo. Un’altra? Quante ne vuoi Marco!

Lo devo a Stefano Pella, il boss, praticamente l’uomo che con la sua presenza mi ha dato gli spunti giusti per allenare e giocare sempre meglio.

Lo devo a Marione Galante, alla sua attenzione in mischia e non solo, alla sua voglia di spronarti sempre, di fare gruppo, di farti diventare un rugbista, non solo un giocatore di rugby.

Al Birmano, alla sua ironia e alla sua voglia di raccontarmi di questo meraviglioso mondo, anche da lui, il sentirsi a casa e in famiglia.

Lo devo alla squadra, a Pasta, Alfredo, Bore, Boso, Tullio, Ludo, Pando, i due Dece, Ema, Ciro, Bobby, Donald, Spitz, Cristian, Teo, Gino, Pippo, Ulde, Isma, Rollo, Panta, Jesus, Barba, Arre, Grinta e tutti gli altri, per il sostegno e per l’accoglienza, dai ragazzi!!!! Viva la figa e forza Varese!!!

Lo devo alla Robi e al suo ambulatorio, grazie a Dio c’è stato anche quello!!

Lo devo alla under 8 2019-2020, nonostante la stagione interrotta, siete stati la mia benzina, voi e i vostri genitori. Un grazie anche a Biagione perché raramente ho visto tanta passione in un rugbista.

E lo devo a Marta, alle sue macchinine mentre fa allenamento e mi sopporta mentre faccio il pesante coi bambini, alla sua pazienza per le mie incostanze e le mie rigidità, alle chiacchierate sui materassi della palestra, ai confronti con la psicomotricità sui gesti e sulle parole, alle correzioni, al fatto che tra poco diventeremo genitori di Edoardo.

Lo devo a me stesso, perché finalmente posso dire di essere un antropologo ed un rugbista.

A voi tutti il mio grazie più profondo, perché se è vero che oggi ho fatto meta io, è grazie a tutti voi che sono arrivato a schiacciare la palla oltre la linea bianca… (Monta, trasformi tu?)

Per chi vuole può scaricare qui la tesi e leggerla

Pubblicato da pietroreste

Educatore, Formatore, Antropologo per curiosità e necessità, padre in costruzione, rugbista...

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