Quando approcci una squadra, in parte conosciuta, in parte nuova, devi sempre avere l’accortezza di non farti tirare nel vortice dei pregiudizi e delle preferenze sui bambini.
Tutti hanno le loro abilità, tutti hanno le loro particolarità e tutti hanno diritto a provare, sbagliare e riprovare fino a fine allenamento.
Ma soprattutto tutti, nessuno escluso, hanno il diritto di divertirsi. Il rugby per me è stato ed è tuttora questo: divertimento e passione.
Io e Ludo però abbiamo una fortuna quest’anno, abbiamo un gruppo di piccoli filibustieri che si divertono anche con due fili d’erba, estremamente goliardici nelle relazioni e questo facilita il nostro fare gli allenatori, soprattutto quando usciamo tutti soddisfatti dal campo.
Il difficile è convogliare le loro energie in modo che in coda non si prendano a schiaffi, che in spogliatoio non si perdano via e che in campo si concentrino su un obiettivo. Il tutto senza perdere di vista il divertimento.
Ci stiamo riuscendo? Non lo so, ma penso che il sorriso dei nostri piccoli rugbisti sia il feedback migliore che possiamo avere!

